Le 9 Contrade
Le 9 Contrade
Le nove contrade si sfidano in varie gare di abilità, destrezza, astuzia e forza, tra queste la Quintana, Corteo, Mercatino e molte altre.
La Contrada vincitrice della quintana conquista l’ambito “PALIO” un drappo di seta rossa ricamato da sfoggiare, verrà rimesso in “Gioco” l’anno successivo.
Mentre un vessillo dipinto rimarrà ai contradaioli come testimone della vittoria.
Il primo di Novembre la contrada con punteggio più alto nella somma delle cinque gare sportive si aggiudica il Palio dei Santi.
CA’ ODDO
La Laboriosa contrada di Ca’ Oddo è rappresentata de uno stemma a forma di scudo francese antico nel mezzo del quale è posta l’immagine della maestosa Povolata su scacchi bianchi e rosa. Questo pioppo nero, presente tutt’oggi al centro della frazione, è uno degli alberi storici e monumentali della provincia di Padova; risulta essere alta 32 metri e la circonferenza del tronco è di 5,35 metri. La contrada deve il proprio nome alla famiglia degli Oddo, che si sarebbe insediata in Italia ai tempi della venuta di Federico Barbarossa. È ancora oggi presente, a fianco dell’albero simbolo, la villa costruita nel 1802 da Daniele Ippolito degli Oddi. Vanto della Contrada è il folto gruppo armato, composto da mercenari, arcieri, coscritti che accompagnano la macchina da guerra della contrada, il trabucco, un particolare tipo di catapulta che venne impiegato a partire dal Medioevo.
Bottega artigiana: fabbro e fonditore di metallo, importantissimo per la produzione di una grande varietà di oggetti, utensili e armi, che nel Medioevo rappresentavano due delle figure sempre presenti ai bisogni del vivere quotidiano.
Personaggio storico: i nobili Araldo e Monte Da Monticello, essi dopo essere stati accusati di tradimento nei confronti di Ezzelino, furono condotti a palazzo da alcuni soldati ed uccisi dalle guardie di Ezzelino.
CARMINE
I colori che caratterizzano la nostra contrada sono il bianco e il rosso, in modo particolare il campo bianco rappresenta il potere ecclesiastico dell’Arcivescovo Filippo Fontana; mentre le tre losanghe diagonali stanno ad indicare rispettivamente tre scontri armati contro il tiranno Ezzelino: le due piccole ai lati indicano lo sbarco di Correzzola e la conquista di Piove di Sacco, quella centrale la liberazione della città di Padova.
Al centro un imponente Atlante, simbolo di forza smisurata che rappresenta metaforicamente per la Contrada lo spirito di sacrificio; nella mitologia classica esso rappresentava un Titano costretto a sorreggere sulle spalle la volta celeste.
I personaggi storici caratteristici della contrade del carmine sono Filippo Fontana, rappresentato mentre fa il suo trionfale ingresso a Padova, il nobile padovano Tiso da Camposampiero, il frate Salimbene da Parma.
SAN BORTOLO
Verde e rosa sono i colori distintivi della Nobile Contrada di San Bortolo, sul cui gonfalone spicca la capasanta che rimanda ai pellegrini, a Domenico di Guzman e ai frati domenicani, figure chiave del corteo storico insieme ai pescatori, ai ceraioli, all’imponente ariete e al gruppo armato costituito da soldati a piedi e da una folta compagnia di arcieri.
SAN COSMA
La Contrada San Cosma prende il nome dall’omonima frazione situata all’estremo est di Monselice, zona vitivinicola e agraria molto influente nel territorio. Il grappolo d’uva emblema della borgata campeggia sul gonfalone e righe bianche e verdi. Il simbolo dell’uva e del vino è reso più manifesto nella bottega artigianale rappresentata dai vignaioli.
I personaggi storici di San Cosma sono la nobildonna padovana Speronella dei Dalesmanini e il marito monselicense Olderico Fontana con il loro seguito. Sant’Antonio da Padova accompagnato dal beato Luca Belludi. Nel corteo vicino al Santo riconoscibili la donna del miracolo di Monselice, ovvero la rappresentazione della “Donna bagnata”, simbolo di fede cristiana.
Un altro segno di riconoscimento della Contrada è l’Arcobalestra, ovvero l’arma da guerra, unica nel suo genere, che da molti anni si aggiudica un posto nel podio. È alla Contrada di San Cosma che è appartenuto il più numeroso e vario gruppo musici della Giostra. Il gruppo era formato da una trentina di elementi, tra chiarine, tamburi, rullanti e sbandieratori. Il gruppo è stato iscritto alla F.I.S.B (Federazione Italiana Musici Sbandieratori) ed ha partecipato ad alcune gare nazionali.
TORRE
La Sovrana Contrada Torre, rappresenta il Centro Storico Monselicense. Con i colori Bianco, Oro e Rosso, prende il suo nome dall’omonima Torre presente in Piazza Mazzini. Rappresentando la parte nobiliare dell’epoca medievale, la sua Bottega Artigiana è rappresentata dai Burocrati, coloro che amministravano la città e che si occupavano delle più importanti professioni. Macchina da guerra la catapulta.
Il personaggio storico invece, è il più oscuro e malvagio uomo di quel tempo : Ezzelino III Da Romano. Condottiero incredibile, Vicario dell’Imperatore Federico II e imbattibile in fatto di malvagità e crudeltà. Ancora oggi, vive nelle leggende del Veneto, soprattutto in alcune delle sue province”
SAN GIACOMO
La Contrada di San Giacomo, prende il nome dall’omonimo convento, fondato come ospedale dei pellegrini nel lontano 1162. Il personaggio storico è Ubertino da Carrara, con le sue truppe e con l’ aiuto di soldati di ventura, nel 1338 libera la città di Monselice dagli Scaligeri.
La bottega artigiana della contrada sono i tessitori, documenti confermano che presso il convento trasformato negli anni in monastero benedettino, si acquistava lana e la si filava.
La macchina da guerra è la catapulta, ricostruita fedelmente dagli artigiani della contrada. I colori bianco e azzurro, fanno da sfondo al simbolo della contrada, le braccia incrociate di Cristo e San Francesco.
Caratteristica della Contrada di San Giacomo Il gruppo teatro itinerante, il gruppo straccioni ed i pellegrini.
MONTICELLI
La Cavalleresca Contrada di Monticelli propone il lavoro e la quotidianità contadina, riproducendo i mestieri legati alla terra e portando in scena anche il ceto nobile che godeva del frutto del lavoro dei più umili. Il simbolo della contrada rosso-nera è l’altare-capitello, emblema posto al centro della borgata, luogo di raccoglimento in occasione delle celebrazioni alla Madonna.
Il personaggio storico è il sommo poeta Francesco Petrarca, che godeva di un beneficio canonicale presso la Pieve di Santa Giustina di Monselice ma, avendo stabilito la propria dimora ad Arquà, scendeva a Monticelli a trovare ristoro ed ispirazione per la sua poesia. C’è anche un piccolo gruppo di monache benedettine del monastero di Lispida.
L’arma da guerra è la robusta catapulta realizzata in legno e messa in movimento da soldati a piedi, nonché custodita da nobili in armature bronzee e scortata da guardie munite di alabarde, spade e scudi.
L’attività artigianale della contrada è quella dei mugnai e rappresentano le fasi più importanti della lavorazione del grano: la trebbiatura; la ventilazione dei chicchi; la macinatura del grano compiuta con macine in “masegna collinare lispidiana”. La farina ricavata veniva impastata con acqua e lievito, portando al prezioso prodotto finale: il pane, cotto nel forno.
MARENDOLE
L’Augusta Contrada Marendole è la più vecchia delle nove contrade che prendono parte alla Giostra della Rocca. Lo stendardo che contraddistingue l’Augusta Contrada Marendole è un drappo coi colori bianco e nero con al centro un drago. Questo animale mitologico è al centro di una leggenda molto nota nella zona e ambientata proprio a Marendole.
Il Cardinale Simone Paltanieri, personaggio storico della contrada, invitò i contadini a rivolgere la loro preghiera a Dio affinché infondesse loro il coraggio e la forza per sconfiggere il feroce drago.
Orgoglio della contrada è il gruppo di tamburini. Per scelta è composto da soli tamburi e dal 2008 porta avanti uno stile musicale e coreografico senza fare uso di bandiere e chiarine.
La macchina da guerra è la catapulta, portata rigorosamente a mano come descritto nei libri storici, la taverna è la bottega artigiana dove il popolo, soldati e viaggiatori trovavano ristoro.
SAN MARTINO
La contrada di San Martino è contraddistinta dai colori giallo blu, come rappresentato nel gonfalone, al centro del quale è inserito il simbolo della contrada, il pane di Santa Lucia.
Fin dall’antichità le mura di borgo Costa erano sede della bottega artigiana dei “Conciatori di pelle” L’arma da guerra è rappresentata da un’imponente balestra costruita da un artigiano della contrada e il personaggio storico per eccellenza è l’imperatore Federico II Stupor Mundi entrato in città da Porta San Martino.